Le
malattie del cuore, o cardiovascolari, rappresentano una diffusa causa di
morte; tra di esse si annoverano, ad esempio, le malattie coronariche, l'angina
pectoris, l'infarto cardiaco e l'ictus. L'HIV stesso può direttamente aumentare
il rischio di cardiopatie. Oggi, grazie all'avvento della terapia
antiretrovirale e all’abbattimento della carica virale, l'aspettativa di vita
delle persone sieropositive si è allungata, ma l'invecchiamento è di per sé un
fattore di rischio cardiovascolare. Inoltre alcuni farmaci antiretrovirali sono
stati associati allo sviluppo di queste complicanze.
Quando sei più a
rischio…
Ci sono fattori di rischio su cui non si può intervenire,
come:
- l'età: andando avanti con gli anni, il rischio aumenta, in particolare dopo i 50 anni;
- il sesso: gli uomini sono più a rischio delle donne;
- l'origine etnica: le persone di discendenza africana o sud-asiatica sono più a rischio dei caucasici;
- Familiarità (eventi cardiovascolari a meno di 55 anni nel padre, a meno di 65 nella madre)
Ci sono fattori di rischio su cui invece si può tentare di
intervenire:
- Colesterolo totale e HDL (perché si deposita sulle pareti delle arterie formando delle placche che le ostruiscono).
- Ipertensione (perché può compromettere l’integrità dei vasi che irrorano il cuore)
- Fumo
- Diabete (danni vascolari arrecati da un’elevata concentrazione di glicemia nel sangue)
- Lipodistrofia (soprattutto lipoipertrofia con accumulo centrale addominale)
- Indice di massa corporea superiore alla norma e adiposità addominale
- L'HIV è di per sé un fattore di rischio cardiovascolare, dato che può causare pressione alta (ipertensione) e alterazioni fisiche (Iipodistrofia)
- Tossicità di alcuni farmaci antiretrovirali
Come controllare lo
stato di salute del tuo cuore
COLESTEROLO E
TRIGLICERIDI
Colesterolo totale e HDL - valori di riferimento standard
elaborati dall'EACS (European AIDS Clinical Society Guidelines, Version 5,
November 2009):
- colesterolo totale a digiuno, inferiore a 200 mg/dL (o 5,17 mmol/L);
- colesterolo LDL o “colesterolo cattivo” inferiore a 100 mg/dL (o 2,58 mmol/L);
- colesterolo HDL o “colesterolo buono” (perché contrasta gli effetti dell’LDL) superiore a 40 mg/dl (o 1,03 mmol/L);
- Trigliceridi inferiori a 150 mg/dL (o 1,69 mmol/L).
MASSA CORPOREA E
CIRCONFERENZA DELLA VITA
L'indice di massa corporea (IMC o BMI, Body Mass Index in
inglese) è utilizzato per valutare stato di salute generale, rischio
cardiovascolare, stato nutrizionale e variazioni di peso HIV-correlate. In
generale, si considera auspicabile un IMC tra 19 e 25 kg/m2 (normopeso).
Integrata all’IMC, la circonferenza della vita consente di valutare il rischio
cardiovascolare: superiore a 102
cm nell’uomo normopeso e a 88 cm nella donna normopeso,
aumenta il rischio, in misura sempre maggiore tanto più aumenta l’IMC.
PRESSIONE DEL SANGUE
La pressione sanguigna è un fattore molto importante nella
valutazione del rischio di problemi cardiovascolari, che può aumentare se si
assumono farmaci antiretrovirali, ma anche se l'HIV non viene trattato o se non
si riesce a tenere sotto controllo la replicazione virale. Secondo le linee
guida EACS, sono auspicabili i seguenti valori di pressione sanguigna:
- Pressione sistolica (“massima”, in inglese SBP-Systolic Blood Pressure): superiore a 140 mm/Hg;
- Pressione diastolica (“minima”, in inglese DBP-Diastolic Blood Pressure): superiore a 90 mm/Hg.
GLICEMIA E DIABETE
Si può verificare se la regolazione glicemica è alterata
(tra 100 e 125 mg/dL) e/o se si è recentemente sviluppato il diabete (glucosio
superiore a 125 mg/dL è compatibile con una diagnosi di diabete, da
confermare). Glicemia elevata o diabete aumenta il rischio cardiovascolare.
CALCOLARE LA
PROBABILITA’ DI RISCHIO
Ci sono diversi metodi matematici per stimare la probabilità
di andare incontro a problemi cardiaci (CHD-Malattia coronarica, CVD-Malattia
cardiovascolare, MI-Infarto del miocardio) a breve/lungo termine sulla base dei
diversi fattori di rischio: età, sesso, abitudine al fumo, colesterolo
totale/HDL/LDL, trigliceridi, pressione massima e minima, iperglicemia e
diabete, famigliarità, assunzione di alcuni farmaci ART.
Framingham, se hai almeno 30 anni (uomo con più di
50 anni o donna con più di 40 anni), calcola il rischio a 10 anni:
Procam, considera anche la familiarità e i
trigliceridi:
DAD, calcola il rischio a 5 anni, considera anche
l’uso di Indinavir (Crixivan®), Lopinavir (Kaletra®), Abacavir (Ziagen®): http://www.cphiv.dk/TOOLS/DADRiskEquations/tabid/437/Default.aspx
Reynolds, considera anche il test della proteina C-reattiva:
- Se il test di Framingham stima un rischio oltre il 10-20% nei 10 anni successivi è consigliato un percorso di controlli specialistici ulteriori: valutazione di biomarkers come l’ipertrigliceridemia, markers di infiammazione (IL-6, proteina C-reattiva ad alta sensibilità, VICAM) o di coagulazione (D-dimero), omocisteina; test diagnostici di danno funzionale (velocità di polso, test endoteliale flusso mediato, indice pressorio caviglia braccio); test diagnostici di danno strutturale (spessore medio intimale, calcio coronarico); ECG (ElettroCardioGramma).
- Il fumo è il fattore di rischio cardiovascolare principale, che resta alto (anche se in misura minore) anche dopo aver smesso. Sospenderlo è un intervento preventivo tra i più efficaci.
- Se il rischio è attribuibile alle ART, considerare insieme al medico uno switch da PI/r (con booster) a NNRTI o PI a minor impatto metabolico (ATV, DRV) o RAL, o da d4T, AZT o ABC a TDF, o usare NVP per aumentare il colesterolo HDL.
- Mangiare pesce grasso o assumere integratori Omega 3 aiuta ad abbassare i trigliceridi. Riducendo la quantità di grassi consumata (soprattutto grassi saturi, che sono solitamente quelli animali) e consumando alimenti e integratori antiossidanti, si possono contrastare gli effetti del colesterolo LDL (quello “cattivo”) o ridurlo. Per alzare i livelli di colesterolo HDL (quello “buono”) bisogna soprattutto fare una regolare attività fisica aerobica (30 min x 3 volte/settimana).
- Mangiare frutta e verdura, che contengono vitamine, aiuta a prevenire danni all'apparato cardiovascolare. Mangiare fibre contribuisce a ridurre i livelli di colesterolo. Cinque porzioni di frutta e verdura al giorno possono abbassare il rischio cardiovascolare. Una dieta a basso contenuto di grassi ha un ridotto apporto calorico: chi non ha bisogno di perdere peso può compensare aumentando il consumo di carboidrati, come pane, pasta, riso e cereali. In ogni caso, è bene consultare sempre un dietologo prima di modificare la dieta.