Ossa

Le ossa

L’osso è un tessuto vivo, con un’impalcatura di proteine sulla quale si depositano minerali, soprattutto calcio e fosforo, che lo rendono resistente e compatto. L’osso si rigenera costantemente, grazie a cellule che decompongono i tessuti vecchi e altre che producono nuovo tessuto. Dopo i trent’anni, l’attività di produzione del nuovo tessuto viene superata da quella erosiva, e le ossa si fanno più leggere e fragili.

Anche le ossa sono colpite dalle problematiche dell’invecchiamento precoce e correlate allo stato infiammatorio cronico dovuto ad infezione da HIV e alla tossicità delle terapie antiretrovirali.


Le persone  sieropositive sembrano più esposte al rischio di sviluppare problemi  ossei, soprattutto oggi che la loro aspettativa di vita si è sensibilmente allungata. 
Con l'età, infatti:
  • i tessuti ossei possono deteriorarsi
  • le articolazioni possono irrigidirsi
  • possono insorgere dolori e disturbi  di varia natura
  • le ossa si fratturano più facilmente
Nelle persone sieropositive si riscontra un'elevata incidenza di due malattie ossee in particolare: l'osteoporosi e l'osteonecrosi.

L’osteoporosi è un’alterazione delle ossa, che perdono compatezza e diventano porose. Diminuisce la mineralizzazione e l’osso si indebolisce predisponendosi a fratture: all’anca, alla colonna vertebrale, al polso. Esiste anche una forma più lieve, detta osteopenia.

L’osteonecrosi invece significa letteralmente “morte dei tessuti ossei”: colpisce solitamente la testa del femore creando problemi alla giuntura dell’anca, ma può anche dare altri problemi articolari (per esempio, al ginocchio o alla caviglia).

Entrambe possono essere causate direttamente dal virus HIV, ma anche dalle ART.

Quando sei più a rischio…

Ci sono fattori di rischio su cui non si può intervenire, come:

  • Ipogonadismo
  • Familiarità per fratture
  • Età avanzata
  • Razza bianca
  • Colore scuro della pelle, scarsa esposizione al sole, insufficienza renale cronica, malassorbimento intestinale (per la mancanza di Vitamina D)
  • Sesso femminile
  • Menopausa e/o amenorrea
  • Calo di statura di 3 cm
Ci sono fattori di rischio su cui invece si può tentare di intervenire:

  • Indice di massa corporea (BMI) inferiore a 19 kg/m2
  • Ipovitaminosi D (scarsi livelli di vitamina D)
  • Fumo
  • Sedentarietà
  • Assunzione abitudinaria di più di 3 bicchieri al giorno di alcol
  • Utilizzo di steroidi (5mg o più) per via sistemica per più di 3 mesi
  • La replicazione dell’HIV “in sé” è fattore indipendente di perdita di densità minerale ossea.
  • Tutti gli antiretrovirali possono avere in una certa misura un impatto sulle ossa. La tossicità ossea di Tenofovir eccede tuttavia quella degli altri antiretrovirali, ha un impatto sul fosforo riducendolo (ipofosforemia), e avviene in particolare nei primi 12 mesi di terapia, specie se utilizzato in associazione a IP/r e in soggetti pretrattati.
Vediamo come tenere sotto controllo i fattori su cui si può intervenire.


Come controllare lo stato di salute delle tue ossa

CALCOLARE IL RISCHIO DI FRATTURA
Per chi ha più di 40 anni, utilizare lo strumento online FRAX®, che è stato sviluppato dall’OMS per valutare il rischio di frattura nei pazienti. Gli algoritmi FRAX® consentono di valutare il rischio di frattura su un arco di tempo di 10 anni. I dati ottenuti corrispondono alla probabilità in 10 anni di frattura del femore e di frattura osteoporotica maggiore (colonna vertebrale, avambraccio, femore o spalla).


Nella persona HIVpositiva il FRAX® può sottovalutare il rischio, occorre quindi inserire l’HIV come causa secondaria di osteoporosi. Si può anche non inserire il dato sulla BMD.

MASSA CORPOREA E STATURA
L'indice di massa corporea (IMC) non dovrebbe essere inferiore a 19 kg/m2. Come già detto a proposito del cuore, in generale si considera auspicabile un IMC tra 19 e 25 kg/m2 (normopeso).

Per quanto riguarda la statura, un calo di oltre 3 cm ogni due anni può far sospettare una frattura vertebrale.








VITAMINA D, CALCIO E FOSFORO
La superficie esterna dell’osso è composta da minerali di calcio e fosforo. Affinché il calcio venga assorbito, però, è essenziale avere buoni livelli di vitamina D. La vitamida D (25-OH-D) va quindi controllata preferibilmente in primavera e inverno. Soprattutto in caso di livelli troppo bassi, è indicato controllare anche i livelli di calcio, fosforo, fosfatasi alcalina e paratormone (PTH).

Il valore ottimale di vitamina D è superiore o uguale a 30 ng/ml (75 nmol/l). Al di sotto di questo livello, si parla di deficienza (meno di 10 ng/ml) o di insufficienza (tra 10 e 30 ng/ml).

Il valore ottimale di apporto di calcio è di 1 gr al giorno.







DENSITA’ OSSEA E METABOLISMO MINERALE
Si può valutare se il tessuto osseo sta perdendo minerali: esistono dei test per verificare la densità minerale ossea (BMD), che si esprime in grammi per centimetri quadrati. Il dato di scostamento dal valore medio è quello che interessa, ed è solitamente espresso dal T-Score (picco di massa ossea di una persona sano dello stesso sesso). Un T-Score superiore a 1 è normale. Se il T-Score è inferiore o uguale a -2,5 (es. -3 o -3,5) si ha osteoporosi. Se è tra -1 e -2,5 si ha osteopenia.











Una corretta valutazione dell’apparato osseo dovrebbe comprendere lo studio del metabolismo minerale, con un marcatore di riassorbimento osseo e, se possibile, uno di neo-formazione. I marcatori ossei costituiscono un rilevante strumento clinico per la diagnosi ed il monitoraggio del metabolismo osseo, essendo non invasivi, poco costosi, e dando risposte molto più rapide rispetto allo strumento diagnostico classico, cioè la mineralometria e la DEXA.

Cosa puoi fare…
  • L’alimentazione può fare la differenza. Minerali di calcio e fosforo si possono integrare con una dieta ricca di prodotti caseari o verdure ad alto contenuto di calcio (es. i broccoli). Eventualmente si può supplire con integratori di calcio. Alimenti ricchi di fosforo sono sempre i latticini, legumi e frutta secca.
  • La vitamina D è essenziale per l’assorbimento del calcio. E’ indicata l’assunzione di 800 UI al giorno di vitamina D. Nel caso sia stata verificata ipovitaminosi, si può intervenire con l’assunzione di due fiale consecutive di vitamina D da 300.000 UI, in inverno o in primavera, seguiti da una dose di mantenimento di 7000 UI ogni settimana (che corrispondono ad una fiala da 100.000 UI ogni 3 mesi circa). Dopo 6 mesi si possono ricontrollare i livelli di vitamina D per verificare il raggiungimento dei livelli ottimali.
  • Se si corregge l’apporto di vitamina D bisogna anche assumere un livello ottimale di calcio, e viceversa.
  • L’attività fisica aiuta a mantenere forti le ossa, rallentando la perdita di massa e aumentando la densità minerale. Esercizi utili sono di sostegno del peso o di resistenza: camminare, arrampicarsi, sollevare pesi e fare ginnastica aerobica. Ideale è attività fisica 5 volte a settimana, per 30-40 min.
  • Esistono, se necessario, farmaci della famiglia dei bifosfonati e fluoruro di sodio. 
  • Anche se non esistono switch terapeutici di provata efficacia in coloro che hanno osteoporosi, recenti dati preliminari confermano almeno la reversibilità parziale del danno osseo. E’ utile considerare poi che, se si usa Tenofovir, l’ipofosforemia potrebbe essere associata ad esso, e la perdita di fosforo potrebbe quindi essere indipendente dai bassi livelli di vitamina D. Si può valutare, in caso di valide alternative, uno switch terapeutico.